DA TUNISI A TOZEUR
TUNISI
TUNISI - Il suk
CARTAGINE
SIDI BU SAID
SIDI BU SAID
SOUSSE
KAIROUAN - LA MOSCHEA DEL BARBIERE
KAIROUAN - LA MOSCHEA DEL BARBIERE
KAIROUAN
KAIROUAN - IL SUK
TOZEUR: L'ALBERGO
TOZEUR - LE OASI DI MONTAGNA
CHEBIKA - BAMBINA LOCALE
LE OASI DI MONTAGNA - CHEBIKA
LE OASI DI MONTAGNA - CHEBIKA
LE OASI DI MONTAGNA - VERSO TAMERZA
LE OASI DI MONTAGNA
TAMERZA
RITORNO A TOZEUR
TOZEUR - L'OASI
TOZEUR - LO ZOO
Siamo arrivati a Tunisi nel primo pomeriggio e subito l'organizzazione dell'agenzia ci ha prelevato dall'aeroporto per portarci al nostro albergo, in centro, poco distante dal suk. Tunisi ci è parsa come una città abbastanza moderna, relativamente ordinata e piena di gente. Non avevamo idea di come fossero i tunisini, e un pò, viste le dicerie che li accompagnavano, specialmente in tema di comportamenti verso le donne bianche, eravamo preoccupati. Ci saremmo accorti durante il viaggio che tali dicerie non erano affatto infondato anche se mi è sempre parso che tutto fosse fatto in allegria e simpatia.
Comunque, già nel pomeriggio siamo andati a far visita al vicino suk, un dedalo di viuzze e vicoletti pieni di negozi e di gente. Più piccolo di quello che avrei visto anni dopo ad Istanbul, ma comunque affascinante.
"Cartago delenda est", aveva detto Catone: ed in effetti quello che ne rimane è veramente ben poco. D'altra parte, dopo essere stata rasa al suolo e cosparsa di sale nel II secolo avanti Cristo, questa città che tanto ci aveva incuriosito a scuola non è mai rinata e adesso ne restano solo poche rovine in riva al Mediterraneo, alcuni chilometri a nord di Tunisi. Siamo venuti a visitarla nel secondo giorno di permanenza in Tunisia, nel corso del giro in minibus che avevamo messo in programma, e che nel pomeriggio ci avrebbe portato al vicino paesino di Sidi Bu Said. Di certo comunque Cartagine è suggestiva: le rovine in riva al mare, il clima caldo e ventilato e il pensiero che qua 2200 anni fa c'era una grandissima civiltà che aveva osato sfidare Roma rendono la gita comunque meritevole di essere fatta.
Nel pomeriggio dunque siamo andati a visitare questo paesino arroccato sul Golfo di Tunisi, dalle case bianche e le caratteristiche porte e finestre azzurre. Nonostante l'accoppiata di colori a me poco gradita, il posto è estremamente carino e merita la fama che ha, ossia di essere il luogo di villeggiatura della Tunisi "bene". Le facce di Michela e Francesca rendono abbastanza l'idea della stanchezza che cominciava a emergere dopo una giornata trascorsa al caldo.
Pregevoli erano anche le porte e le finestre che si potevano ammirare un pò per tutto il paesino.
Il giorno dopo saremmo partiti da Tunisi: ci sarebbe venuto a prendere in albergo l'autista con il gippone 4x4 con cui saremmo arrivati a Djerba, dopo avre visitato l'intera Tunisia da nord a sud.
Siamo dunque partiti da Tunisi la mattina dopo: di buon'ora il nostro autista, Fredj, un tunisino che parlava solo inglese e che si sarebbe rivelato un'ottima guida, ci ha prelevato dall'hotel e la prima tappa è stata la città marittima di Sousse, sul golfo di Hammammet. Qui abbiamo cominciato a capire come in questo paese ci fosse all'epoca un vero e proprio culto della personalità nei confronti dell'allora presidente Bourghiba al quale, nonostante fosse ancora in vita, era stato intitolato praticamente di tutto: dalle vie, agli stadi, agli ospedali eccetera. A Sousse abbiamo solamente fatto una breve pausa per salire su un alto minareto da cui si godeva un ampio panorama della città e del mare, per poi ripartire per Kairouan, una delle città sante dell'islam qui in Tunisia.
Intorno all'ora di pranzo siamo arrivati a Kairouan e, dopo aver mangiato (scoprendo così che l'agenzia aveva organizzato perfino i pranzi in vari ristoranti lungo il percorso), siamo andati a visitare la Moschea detta del Barbiere.
Si trattava della prima moschea che avevo modo di visitare: non mi era mai capitato e come inizio non c'era male. A tutti sono stati date delle parannanze per girare coperti (specialmente le ragazze) e abbiamo così potuto visitare il monumento, dove spiccavano dei bellissimi mosaici.
Ancora un particolare della Moschea del Barbiere.
Dopo la moschea, abbiamo visitato anche qui il suk, con i caratteristici negozi di spezie che erano sicuramente i più pittoreschi. Successivamente, ci siamo mossi alla volta di Tozeur, dove saremmo arrivati solo in serata e solo dopo un lungo viaggio per una strada che si inoltrava nel paesaggio sempre più desertico man mano che si procedeva verso sud.
In serata siamo arrivati a Tozeur e qui la prima grandissima sorpresa: ci aspettavamo, visto il poco prezzo pagato in agenzia, degli alberghi approssimativi: invece quello di Tozeur sembrava una reggia nel deserto, con piscine e atmosfera da mille e una notte. Non sarebbe stato l'unico fra l'altro: anche in seguito lo standard non sarebbe calato. Dopo esserci fatti un bagno notturno in piscina e aver riposato il giusto, la mattina dopo siamo partiti alla volta delle oasi di montagna, a pochi chilometri da Tozeur, che avremmo raggiunto attraverso una strada che si inerpicava per le aspre alture dei paraggi.
Siamo dunque partiti alla volta delle oasi di montagna, Chebika e Tamerza, a pochi chilometri da Tozeur verso il confine con l'Algeria, sotto un sole cocente.
E abbiamo scoperto qui che alcuni tunisini sono biondi.
Questa zona, come detto, è proprio al confine con l'Algeria: faceva un caldo tremendo ma essendo secco non abbiamo sofferto più di tanto. Il panorama poi era bellissimo: sotto di noi si estendevano a perdita d'occhio i laghi salati della zona.
Per raggiungere le oasi di Tamerza, poste nel profondo di un canyon, abbiamo parcheggiato la macchina nei pressi del villaggio di Chebika e poi fatto una passeggiata che ci ha fatto attraversare anche alcuni villaggi.
Ecco il canyon....il caldo era tremendo: d'altra parte, stavamo ad agosto nel desrto del Sahara....
Verso la fine del canyon, sono finalmente apparse nuovamente delle forme di vegetazione che preludevano alla presenza di acqua, poco più in là...
Ed ecco, finalmente, dopo una lunga passeggiata, le oasi: una bellissima e fresca cascata circondata da palme, dove ovviamente non ci siamo fatti pregare per farci una bella doccia rinfrescante. Un posto bellissimo...
Siamo quindi tornati alla macchina, passando per alcune rovine (nella foto) e nuovamente il villaggio di Chebika.
Siamo poi ritornati a Tozeur, dove abbiamo visitato l'oasi, il palmeto più grande della Tunisia, dove ci hanno fatto fare un giro su queste singolari autovetture.... Qui ci hanno sottoposto ad amenità varie, come la visita ai serpenti e il contatto con gli scorpioni: questi ultimi venivano custoditi in una scatola per rullini fotografici e fatti uscire al momento opportuno, il che ci ha dato un'idea geniale che avremmo applicato nei giorni successivi... L'indomani avremmo lasciato Tozeur e, dopo aver attraversato il lago salato Chott el Jerid, ci saremmo diretti verso Douz.
Ci hanno sottoposto ad amenità varie, come la visita al giardino zoologico, con l'omaggio ai serpenti e il contatto con gli scorpioni: questi ultimi venivano custoditi in una scatola per rullini fotografici e fatti uscire al momento opportuno, il che ci ha dato un'idea geniale che avremmo applicato nei giorni successivi... L'indomani avremmo lasciato Tozeur e, dopo aver attraversato il lago salato Chott el Jerid, ci saremmo diretti verso Douz.
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TUNISI
Siamo arrivati a Tunisi nel primo pomeriggio e subito l'organizzazione dell'agenzia ci ha prelevato dall'aeroporto per portarci al nostro albergo, in centro, poco distante dal suk. Tunisi ci è parsa come una città abbastanza moderna, relativamente ordinata e piena di gente. Non avevamo idea di come fossero i tunisini, e un pò, viste le dicerie che li accompagnavano, specialmente in tema di comportamenti verso le donne bianche, eravamo preoccupati. Ci saremmo accorti durante il viaggio che tali dicerie non erano affatto infondato anche se mi è sempre parso che tutto fosse fatto in allegria e simpatia.